Jole De Cillia, la partigiana Paola

Jole De Cillia nacque ad Ampezzo il 23 gennaio 1921. Tre anni più tardi si trasferì con la propria famiglia in Francia, dove compì studi regolari e scelse di conseguire il diploma di infermiera. Aveva appena sedici anni quando venne impiegata in una clinica, dopo aver fatto pratica nella Croce Rossa francese.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale e l’occupazione della Francia da parte dell’Italia fascista nel 1940, la famiglia De Cillia si vide costretta a fare ritorno a Mereto di Tomba, terra d’origine del capofamiglia.
Jole trovò lavoro presso la Clinica Quarantotto di Udine ed in seguito nell’Ospedale Civile, nel reparto “Forlanini”. Fu allora che ebbe modo di fare la conoscenza con Fidalma Garosi, dalla quale apprese le gesta del movimento partigiano.
Il 10 ottobre 1943 le due ragazze presero la decisione consapevole di entrare nel gruppo partigiano stanziato in montagna, sopra Faedis; Jole De Cillia scelse per sé il nome di battaglia di Paola.
Progressivamente arrivò a ricoprire incarichi rischiosi, quali la “staffetta”, e di responsabilità, fino ad essere impiegata nel settore della propaganda: divenne allora collaboratrice di Luigi Bortolussi, direttore della rivista “Lotta e Lavoro”.
Nell’estate del 1944 Jole De Cillia entrò nel mirino delle SS e fu costretta a darsi alla clandestinità, operando sempre nel settore della propaganda antifascista. Approdò, quindi, nella zona libera della Carnia e dell’Alto Friuli nel luglio del 1944. Fece parte della Giunta di Governo quale rappresentante dei Gruppi di Difesa della Donna, per cui lavorò con metodo e dedizione.
Nell’ottobre del 1944 iniziò il grande rastrellamento in Carnia per mano di tedeschi, fascisti e cosacchi. Jole De Cillia, assieme al suo compagno Giannino Bosi, fu costretta a rifugiarsi a Palcoda, un borgo di case in Val Tramontina, difficilmente raggiungibile e ridotto in rovina dal precedente passaggio dei nazifascisti.
All’alba del 9 dicembre 1944 Palcoda venne accerchiata dai fascisti della X MAS. La partigiana Paola, all’età di ventitré anni, cadde trafitta dal fuoco nemico in un ultimo disperato tentativo di resistenza.
Dopo la prima, provvisoria sepoltura a Tramonti di Sotto, la salma di Jole De Cillia venne traslata nel cimitero di Savalons.
Nel 1957 le fu conferita la medaglia d’argento al Valore Militare.
Ricorrenza morte Jole de Cillia
MERETO DI TOMBA, 11 dicembre 2005 Credo di interpretare il pensiero di tutti, non solo il mio, nell'esprimere un sentito ringraziamento all'Amministrazione comunale di Mereto di Tomba per l'iniziativa di organizzare, nella ricorrenza della morte di Jole De Cillia 'Paola', avvenuta all'alba del 9 dicembre 1944, questa celebrazione.
Perchè essa assume un significato particolare, direi unico fra le numerose celebrazioni che ogni anno vengono fatte in tutto il nostro Friuli: ' l'unica che ricorda, attraverso la bella ed eroica figura di Paola, il contributo dato dalle donne alla Guerra di Liberazione, in un momento cos' drammatico della storia delle nostre genti, in un momento cos' difficile per tutti, quando l'esercito nazista occupava la nostra terra, la depredava, faceva strazio dei nostri paesi, deportava la nostra gente nei campi di sterminio, i nostri soldati in quelli di internamento, uomini e donne nei campi di lavoro in tutta l'Europa occupata.
E in questa opera barbara, ' bene non dimenticarlo mai, il nemico fu aiutato dai fascisti della Repubblica sociale italiana, organizzati in bande senza regola, disprezzati non solo dalla gente, ma prima di tutto dai loro padroni tedeschi, e sulla bocca dei quali la parola 'onore' suonava come una bestemmia. Fu la gente, la popolazione, operai, contadini, ma anche professionisti, militari del disciolto esercito italiano, giovani uomini e giovani donne, a dar vita a quel vasto movimento di popolo che fu la Resistenza.
Anche Mereto, la gente di questo paese, come quella di ogni altro paese del Friuli e dell'Italia occupata, diede il suo contributo, con i suoi 73 partigiani riconosciuti, con i suoi 12 caduti nella Resistenza. E il contributo delle donne al riscatto del nostro Paese fu prezioso e di altissimo valore. Vediamolo attraverso alcune note biografiche di Jole, la partigiana 'Paola', medaglia d'argento al Valor Militare, anch'essa una ragazza del popolo. Era nata ad Ampezzo il 23 gennaio 1921.
La madre era carnica, il padre Zoilo, invece, era di qui, di Savalons, un artigiano, falegname. Nel 1924, spinto dalla mancanza di lavoro e dalle difficili condizioni di vita, seguendo il percorso di migliaia di altre famiglie friulane, emigr' con la famiglia in Francia, e Jole frequent' le scuole in quel paese: le elementari, le medie, quindi un corso di infermiera.
Nel giugno del 1940 guerra: e l'aggressione dell'Italia alla Francia costrinse la famiglia al ritorno in Patria. Jole aveva 19 anni, e trov' lavoro presso il reparto Forlanini dell'Ospedale Civile di Udine, dove erano curati i malati di tubercolosi.
L' ebbe come compagna di lavoro Gianna Garosi Lizzero, anche lei infermiera, e insieme conobbero il piccolo nucleo di antifascisti che sin dal '42 si impegnava attivamente contro il fascismo e la sua guerra di aggressione aiutando i partigiani sloveni gi' presenti nel Friuli orientale. Nei primi giorni di ottobre del 1943, messe sull'avviso da alcuni compagni che erano state segnalate, insieme presero la decisione di entrare nella clandestinit' e di salire in montagna. Furono indirizzate a Canebola, sopra Faedis, dove si erano gi' costituiti i primi gruppi di partigiani garibaldini.
Gli incarichi che furono loro affidati consistevano nell'organizzazione sanitaria per la cura dei feriti e nel lavoro di propaganda tra le donne della zona. Ma esse rivendicarono subito la parit' con gli uomini, tutti gli stessi doveri, tutti gli stessi diritti.
A fine novembre del '43, un grande rastrellamento tedesco costrinse la gran parte dei partigiani a scendere in pianura. Jole, come le altre donne della Resistenza, si nascose a Udine ed incominci' il lavoro impegnativo di staffetta.